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Lavoro; Studio professionale Ruta; Firenze

Il licenziamento per esubero rappresenta una delle ipotesi di licenziamento per giustificato motivo oggettivo previste dalla legge. Si verifica quando l’impresa, a causa di crisi economiche, riorganizzazioni interne o perdita di commesse, è costretta a ridurre il personale. Per essere legittimo, tale licenziamento deve rispettare specifici criteri, sia nella scelta dei lavoratori coinvolti che nelle procedure adottate.


Criteri per la scelta dei lavoratori da licenziare

In presenza di dipendenti con mansioni simili e intercambiabili, il datore di lavoro deve rispettare i principi di correttezza e buona fede, evitando qualsiasi forma di discriminazione basata su caratteristiche personali come:

  • Religione o convinzioni personali.
  • Handicap.
  • Età, sesso, orientamento sessuale.
  • Origine etnica.

Ove non vi siano accordi sindacali specifici, si applicano i criteri stabiliti per i licenziamenti collettivi:

  • Anzianità di servizio: priorità per i lavoratori con minore anzianità.
  • Carichi familiari: tutela maggiore per chi ha più persone a carico.

Un’eccezione riguarda la cessazione di una specifica commessa o appalto. In tali casi, secondo la Sentenza della Cassazione n. 25653/2018, il criterio principale è il nesso causale tra la perdita della commessa e i lavoratori direttamente coinvolti.


Il principio del “repechage” (ripescaggio)

Un elemento fondamentale nella valutazione di legittimità del licenziamento è il cosiddetto “repechage”, che obbliga il datore di lavoro a verificare la possibilità di ricollocare il dipendente in altre posizioni aziendali, anche di livello inferiore o con orario ridotto.

Per adempiere a questo obbligo, il datore deve dimostrare che:

  1. Non esistano altre posizioni disponibili equivalenti o inferiori.
  2. Il lavoratore abbia rifiutato eventuali proposte di ricollocamento.
  3. Non vi siano nuove assunzioni per la stessa mansione nei sei mesi successivi al licenziamento.
  4. Non vi siano posti che, pur ancora occupati, si libereranno a breve termine.

Il mancato rispetto di queste verifiche potrebbe portare alla reintegrazione del lavoratore o a risarcimenti per licenziamento illegittimo.


Requisiti per la legittimità del licenziamento

Un licenziamento per giustificato motivo oggettivo è legittimo solo se:

  • Il posto di lavoro è stato effettivamente soppresso.
  • Non esistono posizioni alternative disponibili.
  • Non si sono verificate assunzioni che avrebbero potuto includere il lavoratore.
  • Ogni possibilità di ricollocamento, anche futura, è stata verificata e documentata.

In mancanza di tali condizioni, il licenziamento può essere contestato dal lavoratore in sede giudiziale.

Il licenziamento per esubero richiede una gestione scrupolosa e trasparente da parte del datore di lavoro. Rispetto dei criteri di scelta, verifiche sul “repechage” e documentazione accurata sono elementi essenziali per evitare contenziosi legali e tutelare i diritti dei lavoratori.

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