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Fisco; Studio professionale Ruta; Firenze;

Quando si parla di ritenuta d’acconto e ritenuta d’imposta, è facile fare confusione. Sebbene i termini siano simili, si riferiscono a concetti fiscali diversi che è importante comprendere per gestire correttamente gli obblighi fiscali. 

Ritenuta d’acconto: un’anticipazione dell’imposta 

La ritenuta d’acconto rappresenta un’anticipazione dell’imposta complessiva dovuta dal contribuente. In pratica, quando un professionista o un lavoratore autonomo riceve un compenso, il soggetto che effettua il pagamento (sostituto d’imposta) trattiene una percentuale, solitamente il 20%, che verrà poi detratta dall’imposta complessiva da pagare al momento della dichiarazione dei redditi. In questo modo, il professionista dovrà dichiarare l’intero compenso lordo, ma avrà diritto a detrarre l’importo già trattenuto come ritenuta d’acconto. 

Ritenuta d’imposta: un’imposta sostitutiva 

La ritenuta d’imposta, invece, è una trattenuta che opera come imposta sostitutiva rispetto al regime fiscale ordinario. Ciò significa che i redditi soggetti a ritenuta d’imposta non devono essere inclusi nel reddito complessivo del percipiente, poiché sono già stati tassati con un’aliquota diversa rispetto a quella ordinaria. 

Un esempio pratico per chiarire 

Per comprendere meglio la differenza, consideriamo un esempio: se un professionista percepisce un compenso di 10.000 euro, sul quale è applicata una ritenuta d’acconto del 20%, l’importo trattenuto sarà di 2.000 euro. Al momento della dichiarazione dei redditi, il professionista dovrà dichiarare i 10.000 euro lordi, ma l’importo già trattenuto sarà detratto dall’imposta complessiva dovuta. Se, invece, lo stesso compenso fosse soggetto a ritenuta d’imposta, l’importo di 2.000 euro trattenuto sarebbe definitivo, e il reddito non andrebbe incluso nella dichiarazione. 

Applicazioni pratiche della ritenuta d’acconto 

La ritenuta d’acconto è comunemente applicata ai compensi per prestazioni di lavoro autonomo, anche occasionali, e ai compensi sotto forma di partecipazione agli utili. Rientrano in questa categoria anche le prestazioni rese a terzi o nell’interesse di terzi, e l’assunzione di obblighi di fare, non fare o permettere. 

Sono inoltre soggetti alla ritenuta d’acconto i redditi derivanti dalla cessione di diritti d’autore da parte dello stesso autore e i diritti per opere d’ingegno ceduti da persone fisiche non imprenditori o professionisti. 

Come si calcola l’importo soggetto a ritenuta 

La base imponibile su cui si applica la ritenuta include non solo i compensi professionali, ma anche i rimborsi a piè di lista per le spese di viaggio, vitto e alloggio, e tutte le spese anticipate dal professionista e rimborsate dal committente, a meno che non siano anticipazioni effettuate in nome e per conto del cliente. Anche il contributo facoltativo INPS del 4%, se addebitato al cliente, rientra nella base imponibile. 

Versamento delle ritenute: scadenze e modalità 

Il sostituto d’imposta deve versare le ritenute entro il 16 del mese successivo a quello in cui è stato effettuato il pagamento della prestazione. Se il 16 cade di sabato o in un giorno festivo, il termine è posticipato al primo giorno lavorativo successivo. Il versamento avviene tramite il Modello F24, utilizzando il codice tributo 1040 per indicare il mese di competenza. 

Certificazione delle ritenute 

Le ritenute operate devono essere certificate dal soggetto obbligato entro il 16 marzo dell’anno successivo a quello in cui i compensi o gli stipendi sono stati erogati. Queste certificazioni, conosciute come CU (Certificazioni Uniche), devono essere trasmesse all’Agenzia delle Entrate con scadenze differenti: entro metà marzo per i lavoratori dipendenti e entro ottobre per i lavoratori autonomi, con la presentazione del Modello 770. 

Comprendere le differenze per una gestione fiscale corretta 

È fondamentale capire la differenza tra ritenuta d’acconto e ritenuta d’imposta per evitare errori comuni nella gestione fiscale. Ad esempio, è importante sapere che i redditi già soggetti a ritenuta d’imposta non devono essere inclusi nuovamente nel reddito complessivo durante la dichiarazione dei redditi, poiché sono già stati tassati. Questo è un errore che può portare a una tassazione duplicata, con conseguenti disagi e complicazioni. 

Un altro aspetto da considerare è il rispetto delle scadenze per il versamento delle ritenute. I sostituti d’imposta devono ricordarsi di effettuare il versamento entro il 16 del mese successivo al pagamento del compenso. In caso di ritardi, si rischiano sanzioni che potrebbero essere facilmente evitate con una pianificazione attenta e un monitoraggio delle scadenze. 

Tenere a mente queste differenze e prestare attenzione ai termini di versamento non solo aiuta a evitare sanzioni, ma contribuisce anche a mantenere una gestione fiscale corretta e trasparente. Conoscere e applicare correttamente le normative fiscali permette di evitare sorprese spiacevoli e di gestire al meglio le proprie obbligazioni fiscali. 

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